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                    MINISTERO DELLA GUERRA
DIREZIONE GENERALE ARTIGLIERIA E AUTOMOBILISMO
ISTRUZIONE PROVVISORIA
SULLE
BOMBE A MANO “ M. C. S. „ E : S.
DA ESERCITAZIONE ED INERTI
EDIZIONE 1928
ROMA
Provveditorato Generale dello Stato
Libreria
1928 - Anno VII

MINISTERO DELLA GUERRA DIREZIONE GENERALE ARTIGLIERIA E AUTOMOBILISMO ISTRUZIONE PROVVISORIA SULLE BOMBE A MANO “ M. C. S. „ E “ S... DA ESERCITAZIONE ED INERTI EDIZIONE 1928 ROMA Provveditorato Generale dello Stato Libreria 1928 - Anno VII
(4690) ~ Stai). Poligr. per 1*Amministrazione dello Stato
INDICE ISTRUZIONE SULLA BOMBA A MANO « M. C. S. > DA ESERCITAZIONE. Descrizione e Nomenclatura....................1 Differenze tra la bomba « M. (1 » da esercitazione e quella analoga da guerra » 2 ♦Funzionamento ........................... » 3 Norme per il lancio ...................... » 4 Impiego tecnico........................... » 4 Norme per il ricupero e per il ricarica- mento delle bombe......................... » 5 Parti di ricambio di cui è provvisto l’ar- maiuolo per il ricaricamento delle bombe » 7 Conservazione delle bombe................. » 7 ISTRUZIONE SULLE BOMBE A MANO « M. C. S. » INERTE. Descrizione e nomenclatura ..................9 Differenza tra la bomba « M. C. S. » inerte e quella analoga da guerra ............. » 10 Funzionamento .......................... » 11 Norme per il lancio..................... » 11 Impiego tecnico......................... » 12 Norme per il ricupero e per la riutilizza- zione delle bombe....................... » ]3
— IV — ISTRUZIONE SULLA BOMBA A MANO « S. » DA ESERCITAZIONE. Descrizione e nomenclatura.............Pag. 15 Differenze tra la bomba « S. » da esercita- zione e quella analoga da guerra ....... » 17 Funzionamento........................... » 18 Norme per il lancio .................... » 18 Impiego tecnico......................... » 19 Norme per il ricupero e per il ricarica- mento delle bombe...................... » 20 Parti di ricambio di cui è provvisto far- inaiuolo per il ricaricamento delle bombe » 22 Conservazione delle bombe .............. » 22 Istruzione sulla bomba a mano < s. » TIPO INERTE. Descrizione e nomenclatura............Pr/#. 23 Differenze tra la bomba « S. » inerte e quella analoga da guerra ............... » 24 Funzionamento........................... » 24 Norme per il lancio..................... » 25 Impiego tecnico ........................ » 25 Norme per il ricupero e per la riutilizza- zione delle bombe...................... » 26
ISTRUZIONE SULLA BOMBA A MANO « M. C. S. » DA ESERCITAZIONE. La bomba a mano « M. C. S. » da esercita- zione mantiene la fisionomia e l’organizza- zione della corrispondente bomba da guerra e richiede, dal lanciatore, i medesimi « atti di impiego », ma esclude l’eventualità di in- cidenti, producendo, invece dello scoppio, una fumata, senza proiezioni di schegge. Descrizione e nomenclatura. 1. Come forma, peso, ed aspetto esteriore, la bomba a mano « M. C. S. » da esercitazione è analoga alla bomba « M. C. S. » da guerra. 2. È costituita da un involucro esterno (A) di lamiera, il quale è formato di due parti avvitate fra loro. 3. Le parti interne, destinate al funziona- mento della bomba, sono disposte nello stesso modo di quelle della bomba « M. C. S. » da guerra; si compongono di un bossolo di la- miera (B) il quale porta la carica, ed è chiuso, nella parte inferiore, con un coperchio (Z>) in lamiera di ferro.
— 2 — 4. Tanto nel bossolo porta-carica, quanto nell’involucro esterno della bomba, sono pra- ticati dei fori, i quali facilitano la fuoruscita, dei gas e del fumo, prodotti dalla carica. 5. Nella parte superiore del bossolo porta- carica è infilato il bicchiere porta-percussore (È7), con il relativo percussore e la molla anta- gonista. 6. Tanto nell’involucro esterno, quanto nel bicchiere porta-percussore, sono praticate delle aperture laterali per l’introduzione dei congegni di sicurezza i quali, come nella analoga bomba da guerra, sono costituiti dal tegolino (J7), portante l’anello, e dalla lin- guetta (G). per il fissaggio del tegolino. 7. I dispositivi di scoppio, sono costituiti da un tubetto di rame (H), contenente una miscela csplosiva-fumogena; nella parte su- periore del detonatore, è fissata la capsula di accensione (I). Il tubetto è ripiegato alla sua estremità, in modo da formare appoggio sul bossolo porta-carica, ed è tenuto fermo da una laminetta d’acciaio (Z), forata nel centro, in corrispondenza della capsula, e fissata sotto il ripiegamento dei bordi del bossolo porta- carica. Differenze tra la bomba « M. C. S. » da esercitazione e quella analoga da guerra. 8. L’interno della bomba «M. C. S. » da esercitazione, differisce da quello analogo da guerra, essenzialmente per avere, in luogo della carica di scoppio innescata con deto-
— 3 — natore e capsula, un tubetto di rame, delle stesse dimensioni del detonatore, e che con- tiene una piccola carica esplosivo-fumogena, nella cui parte superiore è fissata la capsula. Osservata all’esterno, la bomba da eserci- tazione differisce da quella analoga da guerra, per avere quattro fori, per lo sfogo dei gas e del fumo: essi costituiscono il segno esteriore ben visibile per distinguere la bomba da eser- citazione da quella da guerra. 9. Le bombe da esercitazione sono imbal- late in casse di legno, simili a quelle che con- tengono le bombe « M. C. S. » da guerra. Sulle casse però è un cartello con la scritta Bomba « ML C. S. » da esercitazione. Funzionamento. IO. Sfilata, con uno strappo, la laminetta, e lanciata la bomba, l’anello grande, per ef- fetto dei movimenti della bomba, durante la traiettoria, ruota e sfila il tegolino. In questo momento, la bomba, risultando sprovvista della sicurezza, è in condizione di funzionare al minimo urto. All’arrivo, infatti, contro il terreno, o con- tro qualsiasi altro ostacolo atto a determinare un improvviso arresto nella velocità della bomba, il percussore, vincendo la resistenza della molla a spirale antagonista, perfora la capsula, incendiando la miscela esplosivo- fumogena del detonatore, producendo un pic- colo colpo ed una visibile fumata. Il funzionamento della bomba avviene con qualunque posizione urti la bomba contro l’ostacolo.
4 — Norme per il lancio. 11. Immediatamente prima del lancio, e solo allora, si sfila la linguetta di arresto. Per fare ciò, tenendo la bomba nella mano destra in modo che il pollice e l’indice appog- gino stabilmente sull’anello grande (anello del tegolino), sì da impedire a questo di ruotare sulla bomba, si sfila la linguetta d’arresto, ti- rando, con leggero sforzo, a mezzo del dito indice della mano sinistra, l’anello piccolo al quale è unita la suddetta linguetta. Per il lancio, sempre tenendo il pollice e Vin- dice appoggiati sulVanello del tegolino, in modo da tenerlo ben fermo, si scaglia la bomba sul bersaglio. Secondo la forza e l’abilità del lanciatore, la bomba può cadere a distanze variabili dai 20 ai 35 metri. La bomba può essere impugnata, per il lancio, in qualsiasi posizione, cioè con conge- gni di sicurezza in alto, oppure in basso; con la mano destra, o con la mano sinistra, pur- ché si abbia sempre l’avvertenza di impedire all’anello del tegolino di ruotare attorno alla bomba. Impiego tecnico. 12. Far vedere la bomba e mostrare che essa differisce, all’aspetto, dalla bomba «M. C. S. » da guerra, per avere quattro fori sul- l’involucro, per lo sfogo del fumo e dei gas. Spiegare che essa., quando tocca il terreno, provoca l’accensione della miscela esplosiva- fumogena, producendo rumore e fumo, il
quale sfugge dai quattro fori dell’involucro: ciò facilita il modo di individuare la posizione della bomba sul terreno ed il ricupero di essa. Avvertire che, benché la bomba non sia molto pericolosa, perchè non scoppia, è, in ogni modo, prudente evitare che dalla bomba venga estratta la laminetta, se la bomba non dovrà essere lanciata. Spiegare, infine, che non si deve cessare dal premere sull’anello grande, se non all’atto di eseguire il lancio, giacché, se la pressione venisse tolta prima, allora l’anello grande po- trebbe ruotare e sfilare il tegolino prima che la, bomba sia lanciata: nel qual caso, la bomba potrebbe produrre la fiammata, con pericolo per gli occhi e per le dita. Norme per il ricupero e per il ricaricamento delle bombe. 13. Cessata l’esercitazione tattica saranno ricuperate le varie parti della bomba e ripor- tate in caserma. Nel raccogliere le bombe, è necessario tener presente che fra esse potrà esservene qualcuna nella quale mancò il funzionamento. Ciò si può dedurre dalla mancanza di annerimento (depositi carboniosi) intorno ai quattro fori di sfogo dell’involucro, ovvero dalla mancanza dell’odore caratteristico della polvere bruciata. In questo caso, è necessario di non raccogliere la bomba, se non dopo di averla violente- mente spinta col piede per due o tre volte, in modo da assicurarsi che la miscela esplo- sivo-fumogena non si accenda. Solo dopo di ciò, si può raccogliere la bomba per tenerla 2 — Istruzione sulle bombe a mano.
-- 6 — bene in disparte, in modo da richiamare su di essa l’attenzione del personale che, in ca- serma, sarà incaricato del ricaricamento delle bombe. Tale personale, nello scomporre la bomba per il ricaricamento, userà le necessarie precauzioni per evitare eventuali scottature alle mani, o proiezioni di gas agli occhi. 14. Il ricarieamento e la ricostruzione delle bombe già impiegate, non possono essere fatti sul posto delle esercitazioni, perchè, tali ope- razioni, richiedono l’impiego di personale pra- tico, ed un lavoro di ripulitura delle parti interne della bomba. Esse devono essere affidate all’armaiuolo, il quale procederà prima alla raschiatura, e poi, con petrolio, alla lavatura degli organi interni e della superfìcie interna dell’involucro; poscia ricostruirà la bomba. 15. Per ricaricare la bomba, l’armaiuolo procederà nel seguente ordine : sviterà le due calotte dell’ involucro esterno ; sfilerà il bicchiere porta-percussore; verificherà che gli organi interni non ri- sultino deformati, se lo fossero, toglierà le piccole deformazioni (ingobbature, rigonfia- menti, ripiegature, ecc.), per una maggiore riutilizzazione della bomba. Le ammaccature all’involucro esterno non hanno importanza ; ricostruirà la bomba, rimettendo a posto il bicchiere porta-percussore, il tegolino e la linguetta di sicurezza, poscia, sollevando la laminetta di acciaio, infilerà nel foro del bossolo porta-carica un altro dipositivo di scoppio ;
— 7 — fisserà nuovamente il dispositivo con la stessa laminetta, e riavviterà, in ultimo, le 2 calotte dell’involucro esterno. Se le operazioni predette di ripulitura c di ricaricamento saranno eseguite bene, la bomba potrà essere riutilizzata per almeno una diecina di lanci. Parti di ricambio di cui è provvisto Farinaiuolo per il ricaricamento delle bombe. 16. L’armaiuolo avrà, come riserva, oltre ad un congruo numero di dispositivi di scoppio, un numero sufficiente di parti di ricambio, tra le più soggette a smarrimento od a deterioramento, come: il tegolino, prov- visto dell’anello, la linguetta per il fissaggio del tegolino e la molla a spirale antagonista. Conservazione delle bombe. IT. Le bombe «M. C. S. » da esercitazione, disposte nelle apposite casse, devono essere conservate in locali asciutti ed arieggiati. Le casse possono essere riunite in cataste intervallate fra loro, e non mai a diretto con- tatto col suolo o con le pareti del locale. Trattandosi di bombe che contengono ma- terie incendiarie, esse non potranno essere conservate nelle ordinarie polveriere ove siano custodite munizioni da guerra, ma in locali separati e possibilmente isolati.
TAVOLA I. — Istruzione sulla bomba a mano « M. C. S. » da esercitazione.
— 9 — ISTRUZIONE SULLA BOMBA A MANO « M. C. S. » INERTE. 1. La bomba a inano « M. 0. S. » del tipo inerte richiede, dal lanciatore, i medesimi « atti di impiego » della corrispondente bomba da guerra e serve ad esercitare il soldato nel lancio della bomba e nel maneggio degli organi di sicurezza all’atto del lancio. Descrizione e nomenclatura. La bomba « M. C. S. » inerte è compieta- mente innocua, giacché essa non contiene sostanze esplosive, nè organi interni per il funzionamento. 3. Come aspetto esteriore, e come peso, la bomba inerte è quasi identica alla bomba « M. C. S. » da guerra. È costituita da: un involucro esterno (A) di lamiera di ferro, formato da due parti avvitate fra loro ; internamente, è un corpo cilindrico (B), il quale, è fissato dello stesso avvitamento del- l’involucro esterno, in modo che la parte su- periore si trovi nello stesso piano delle due
— 10 — aperture, praticate nell’ involucro esterno, per l’introduzione dei congegni di sicurezza. Questo corpo interno, facilita l’introduzione del tegolino e della linguetta, quando si tratti di ricomporre la bomba dopo di averla lanciata; gli organi di sicurezza sono rappresentati dal tegolino (C). e dalla linguetta (J9) - di arresto del tegolino. Il tegolino termina con un occhio al quale è infilato un grande anello, che si rovescia sul corpo della bomba, ed è destinato ad uscire dopo il lancio, durante la traiettoria. La linguetta d’arresto del tegolino termina, da una parte, con un piccolo anello, ed è, dalla parte opposta, ripiegata sull’oc- chio del tegolino, in modo da renderlo fìsso sulla bomba. Nella sua posizione normale, il tegolino ha il proprio anello avvolto intorno alla bomba, mentre la linguetta di arresto c con una estremità ripiegata sull’occhio del tegolino, in modo da non lasciarlo sfilare. Differenze tra la bomba « M. C. S. » inerte e quella analoga da guerra. 4. La bomba «M. C. S. » inerte differisce dalla analoga bomba da guerra, per la man- canza di sostanze esplosive e di tutti gli organi interni di funzionamento. Èssa porta impressa in rilievo, tanto nella parte superiore, quanto nella parte inferiore, la parola inerte. Ha inoltre, nello avvita- mento delle calotte, una fascia verniciata in bianco.
— 11 — Perciò, all’aspetto esterno, la bomba inerte si distingue dalla bomba da guerra per avere impressa sulle due calotte la parola inerte e per aver ricoperto con vernice bianca V avvitamento delle calotte. Funzionamento. 5. 11 funzionamento della bomba inerte è limitato ai soli organi di sicurezza. Quando il soldato, estratta la linguetta di arresto del tegolino, avrà lanciata la bomba, il tegolino, per effetto della rotazione dello anello durante la traiettoria, si sfila, e cade, insieme con l’anello, a sette od otto metri dal lanciatore - Norme per il lancio. 6. Immediatamente prima del lancio, e solo allora, si sfila la linguetta di arresto. Per fare ciò, tenendo la bomba nella mano destra in modo che il pollice e l’indice appog- gino stabilmente sull’anello grande (anello del tegolino), sì da impedire a questo di ruo- tare sulla bomba, si sfila la linguetta, tirando, con leggero sforzo, a mezzo del dito indice della mano sinistra, l’anello piccolo al quale è unita la suddetta linguetta. Per il lancio, sempre tenendo il pollice e Vin- dice appoggiati sulVanello del tegolino, in modo da tenerlo ben fermo, si scaglia la bomba sul bersaglio. Secondo la forza e l’abilità del lanciatore la bomba può cadere a distanze variabili dai 20 ai 35 metri,
— 12 — La bomba può essere impugnata, per il lancio, in qualsiasi posizione, cioè coi congegni di sicurezza in alto, oppure in basso, con la mano destra, o con la mano sinistra, purché si abbia sempre l’avvertenza di impedire all’anello del tegolino di ruotare intorno alla bomba. Impiego tecnico. 7. Mostrare la bomba inerte, e far notare come essa, per struttura e per l’assenza di sostanze esplosive, differisca dalla bomba ana- loga da guerra. Far notare come essa, pur essendo, per l’aspetto esterno, e per il peso, eguale alla bomba da guerra, si distingue da essa per aver verniciato in bianco la zona di avvita tura delle calotte e per aver impresse in ri- lievo, sulle due estremità dell’involucro, la parola inerte. 8. Insegnare le operazioni che si devono compiere prima di lanciarla, e cioè: impugnare la bomba con la mano destra, in modo che il pollice e l’indice appoggino stabilmente sull’anello grande (anello del te- golino), sì da impedire a questo di ruotare sulla bomba; sfilare la linguetta, tirando con leggero sforzo, a mezzo del dito indice della mano sinistra, l’anello piccolo, al quale è unito la suddetta linguetta. Avvertire che questa operazione dovrà essere compiuta soltanto ed immediatamente prima del lancio.
— 13 — spiegare, infine, che, il dito pollice e 1 In- dice della inano destra non debbono essere mai tolti dall9anello grande, se non all’atto di ese- guire il lancio, giacché se le dita si togliessero prima, allora l’anello potrebbe ruotare sulla vbomba e sfilare il tegolino prima che la bomba sia lanciata. Su tale particolare l’istruttore dovrà insi- stere facendo notare al soldato che, non atte- nendosi a tali norme, il lancio della bomba da guerra, che dovrà eseguire a suo tempo, sarebbe pericoloso. Norme per il ricupero e per la riutilizzazione delle bombe. 9. Ricuperate, dopo il lancio, le varie parti della bomba, questa viene ricostituita nel modo seguente: 1° Si infila il tegolino, avvertendo che la ripiegatura ad occhio, a mezzo della quale c unito l’anello, risulti, come è indicato nel dise- gno, in corrispondenza della lettera C, e cioè con la ripiegatura disposta in alto. In tal modo sarà possibile la introduzione della linguetta d’arresto ed il suo ripiegamento intorno al- l’occhio del tegolino. In caso contrario, la linguetta non si potrebbe introdurre. 2° Si rovescia l’anello grande, in modo che esso vada ad avvolgere la bomba, appoggian- dosi sull’apposito collarino di risalto. 3° Si infila la linguetta, avvertendo di introdurla dalla parte opposta alla ripiegatura ad occhio del tegolino, e fra l’anello grande e l’estremità del tegolino, al disotto di questo, cosi com’è indicato alla lettera D del disegno.
— 14 — Sispinge spospia la linguetta fino in fondo, in modo che la punta di essa sporga al di fuòri del ripiegamento ad occhio del tegolino. 4° Si ripiega all’insù la parte sporgente della linguetta intorno all’occhio del tegolino, in modo d’impedire che la linguetta abbia a sfilarsi senza la volontà del lanciatore. Non si deve, per nessuna ragione, svitare le due calotte della bomba, non essendo ciò necessario per l’uso cui la bomba inerte è destinata. Così ricomposta, la bomba può essere nuo- vamente lanciata, per ripetere gli esercizi sino a che il soldato risulti sufficientemente adde- strato nel maneggio degli organi di sicurezza e nel lancio. IO. La bomba inerte può essere riutilizzata per un centinaio circa di lanci, purché il lan- ciatore abbia l’accortezza di ricuperare ad ogni lancio, gli organi di sicurezza. È, in ogni modo, necessario che ciascun reparto disponga di un congruo numero di linguette (le più soggette a deterioramenti), e di alcuni tegolini, per sostituire quelli even- tualmente perduti, durante gli esercizi di lancio. 11. Le bombe « M. C. S. » inerti sono imbal- late in casse di legno, simili a quelle che con- tengono le bombe da guerra; su tali casse però è incollato un cartello con la dicitura Bomba « M. C. fi. » inerte. Le casse devono essere conservate in locali asciutti, per evitare che le bombe abbiano a deteriorarsi per l’azione della ruggine.
TAVOLA II. — Istruzione sulla bomba a mano « M. C. S. » inerte.
— 15 ISTRUZIONE SULLA BOMBA A MANO» S DA ESERCITAZIONE. La bomba a mano « S » da esercitazione mantiene la fisionomia e l’organizzazione della corrispondente bomba da guerra e richiede, dal lanciatore, i medesimi « atti di impiego », ma esclude l’eventualità di incidenti, produ- cendo, invece dello scoppio, una fumata, senza proiezioni di schegge. Descrizione e nomenclatura. 1. Come forma, come peso e come aspetto esteriore, la bomba a mano « S » da esercita- zione è analoga alla bomba « S » da guerra. 2. È costituita da un involucro esterno (A) formato di due calotte di lamierino di ferro, avvitabili l’una all’altra, e fissate mediante una molla di arresto a scatto, con dentino sporgente (B) che ne impedisce lo svita- mento a mano. 3. - Nell’interno dell’involucro, sono due masse mobili (C-D), di lamierino di ferro anch’esse, delle quali la massa C porta, nel
— 16 — suo interno, un dischetto di ferro (7); l’altra massa contiene, invece, dentro un cappelletto metallico (Z), la pastiglia fumogena (R). 4. Ciascuno dei due fondi delle masse mobili, porta un’appendice tubolare, in ottone (E-F), scorrevoli l’una nell’altra, e portanti, la prima, il percussore (G), fissato al fondo ; l’altra, un tubetto d’ottone (7), contenente miscela fumogena (R) e la capsula (H). 5. Interposto fra le due masse mobili, è il congegno di sicurezza, il (piale è costituito dalle seguenti parti: da una forcella di sicurezza (Z), in ferro, la quale porta assicurato un nastro di tessuto (J/), la cui estremità libera termina con una placchetta di piombo (jV), con un prolunga- mento ripiegato a gancio (0) ed è tenuta a sito dalla copiglia munita di anello (P). Com- pleta il congegno di sicurezza una molla a spirale antagonista (Q), la quale appoggia contro le due masse mobili interne. 6. La forcella di sicurezza, penetrando nel- l’apposita finestra dell’involucro, s’interpone materialmente fra le due masse mobili in- terne, immobilizzandole, ed impedendo in tal modo al percussore di avvicinarsi alla capsula. Ne consegue che non vi potrà essere funzio- namento, se la forcella di sicurezza non sarà sfilata. La forcella, nella sua posizione normale, ha il nastro avvolto completamente intorno alla bomba, con la placchetta di piombo fissata alla forcella mediante la piegatura del suo prolungamento nella copiglia, in modo da impedire alla forcella di sfilarsi.
— 17 — I due bracci della copiglia sono legger- mente divaricati alle estremità, in modo che la copiglia non possa sfilarsi senza l’azione volontaria del soldato. La molla a spirale antagonista serve ad im- pedire che la punta del percussore e la capsula vengano a contatto anche quando la forcella di sicurezza sia sfilata. Quando la bomba urta contro un ostacolo, la resistenza della molla a spirale è vinta, e il percussore e la capsula possono avvicinarsi. T. Per lo sfogo del fumo, sono stati prati- cati, nelle masse interne, quattro fori (S), e nell’involucro esterno due fori (Sx); questi due ultimi, prima del lancio, risultano co- perti dal nastro. Differenze tra la bomba « S » da esercitazione e quella analoga da guerra. 8. L’interno della bomba « 8 » da eserci- tazione differisce dall’analoga bomba « 8 » da guerra, essenzialmente per avere la pa- stiglia fumogena- in luogo della carica di scoppio, ed il tubetto fumogeno in luogo del detonatore. Osservata all’esterno, la bomba da eser- citazione differisce, da quella analoga da guerra, solo per avere impresso, in rilievo, sulle due estremità coniche dell’involucro, le parole: « # » esercitazione. Altra differenza, però non visibile, prima del lancio, perchè coperta dal nastro, è rap- presentata dai fori sfogatoi del fumo, dell’in- volucro (^sterno.
— 18 — 9. Le bombe da esercitazione sono imbal- late in casse di legno simili a quelle che con- tengono le bombe « S » da guerra. Sulle casse, però, e un cartello con la scritta: Bomba «8 » da esercitazione. Funzionamento. 10. Tolta la copiglia, e lanciata la bomba, il nastro, per effetto dei movimenti di rotazione della bomba e del peso della placchetta ter- minale, durante la traiettoria si svolge e trascina la forcella, determinandone lo sfila- mento. In questo momento la bomba, risul- tando sprovvista della sicurezza, è in condi- zione di funzionare al minimo urto. All’arrivo, infatti, contro il terreno, o contro qualsiasi altro ostacolo, atto a determinare un improvviso arresto nella velocità della bomba, la capsula detona, qualunque sia la posizione nella quale la bomba si trovi al momento del- l’urto, ,giacche l’urto stesso determina l’avvi- cinamento del percussore alla capsula, o vice- versa, avvicinamento che è contrastato sol- tanto dalla leggera resistenza della molla a spirale antagonista. L’accensione della capsula si comunica al tubetto fumogeno il quale, a sua volta, pro- voca l’accensione della pastiglia fumogena contenuta in una delle due masse mobili. Norme per il lancio. 11. Immediatamente prima del lancio e solo allora, si sfila la copiglia. Per fare ciò, tenendo la bomba nella mano
— 19 — destra, in modo d’appoggiare stabilmente sulla placchetta di piombo, si sfila la copi- glia, tirando, con leggero sforzo, a mezzo del dito indice della mano sinistra, l’anello della copiglia stessa. Per il lancio, sempre premendo sulla plac- chetta, in modo da impedire al nastro d’allen- tarsi, si scaglia la bomba sul bersaglio. Se- condo la forza e l’abilità del lanciatore, la bomba può cadere a distanze variabili dai 20 ai 35 metri. La bomba può essere impugnata, per il lancio, in qualsiasi posizione, con la mano destra o con la sinistra, purché si abbia l’av- vertenza d’impedire alla placchetta di piombo di muoversi, tenendola jerma con la pres- sione della mano, contro l’involucro della bomba. Impiego tecnico. 12. Far vedere la bomba e mostrare che essa differisce, all’aspetto, dalla bomba « S » da guerra, per avere la scritta « $ » eserci- tazione ; spiegare ch’essa, quando tocca il terreno, provoca l’accensione della pastiglia fumogena interna, producendo il fumo che poi sfugge dai due fori dell’involucro: ciò facilita, il modo di individuare la posizione della bomba sul terreno ed il ricupero di essa ; avvertire che, benché la bomba non sia molto pericolosa, perché non scoppia, è, in ogni modo, prudente evitare che dalla bomba venga estratta la copiglia, se la bomba non dovrà essere lanciata;
— 20 — spiegare infine, che non si deve cessare dal premere sulla placchetta del nastro, se non all’atto di eseguire il lancio, giacche, se la pressione venisse tolta prima, il nastro potrebbe svolgersi e sfilare la forcella prima che la bomba sia lanciata: nel qual caso, la bomba potrebbe produrre la fiammata, con pericolo per gli occhi e per le dita. Norme per il ricupero e per il ricaricamento delle bombe. 13. Cessata l’esercitazione tattica le bombe ed i nastri saranno ricuperati e riportati in caserma. Nel raccogliere le bombe, è necessario tener presente che fra esse potrà esservene qual- cuna nella quale mancò il fnnzionamento. Ciò si può dedurre dalla mancanza d’anneri- mento (depositi carboniosi) intorno ai due fori di sfogo dell’involucro, ovvero della man- canza dell’odore caratteristico della polvere bruciata. In questo caso, è necessario di non raccogliere la bomba, se non dopo di averla violentemente spinta col piede per due o tre volte, in modo d’assicurarsi che la pastiglia fumogena non si accenda. Dopo di ciò, oc- corre immobilizzare le masse mobili interne, introducendo, attraverso alla finestra per la forcella di sicurezza, uno stecco, o la lama di un coltello, in modo di allontanare lenta- mente le due masse mobili; introdurre quindi una delle forcelle raccolte, ed, infine, avvol- gere il nastro fissandolo, possibilmente,, con una copiglia.
— 21 — 14. Il ricaricamento e la ricostruzione delle bombe già impiegate, non possono essere fatti sul posto dell’esercitazione, perchè tali opera- zioni richiedono l’impiego di personale pratico, ed un lavoro di ripulitura delle parti interne della bomba. Esse devono essere affidate all’armaiuolo, il quale procederà prima alla raschiatura, e poi, con petrolio, alla lavatura degli organi interni e della superfìcie interna dell’involu- cro; poscia ricostruirà la bomba. 15. Per ricostruire la bomba, l’armaiuolo procederà nel seguente ordine: verificherà che gli organi interni non risultino deformati, se lo fossero, toglierà le piccole deformazioni (ingobbature, rigonfia- menti, ripiegature, ecc.) per una maggiore riutilizzazione della bomba. Le ammacca- ture all’involucro esterno non hanno im- portanza ; ricostruirà la bomba, introducendo la capsula col suo piccolo porta-capsula, il tubetto fumogeno, nonché la pastiglia fumo- gena: introdurrà nella propria calotta dell’in- colucro, la massa mobile racchiudente il di- schetto di ferro; introdurrà, parzialmente, nella sua fine- stra, la forcella di sicurezza; investirà la molla a spirale antagonista sull’appendice della seconda massa mobile, quella cioè, che porta il tubetto fumogeno; introdurrà la suddetta appendice dentro alla prima massa mobile; avviterà la seconda calotta esterna fino allo scatto della sua molla ;
— 22 — rimuoverà leggermente la forcella di si- curezza, per assicurarsi che essa funzioni liberamente, quindi la spingerà completa- mente dentro; avvolgerà il nastio e lo fisserà con l’ap- posita copiglia. Se le operazioni predette di ripulitura e di ricaricamento saranno eseguite bene, la bomba potrà essere riutilizzata per almeno una die- cina di lanci. Parti di ricambio di cui è provvisto l’armaiuolo per il ricaricamento delle bombe. 16. L’armaiuolo avrà, come riserva, oltre ad un congruo numero di capsule, di porta- capsule, di tubetti fumogeni e di pastiglie fumogene, un numero sufficiente di parti di ricambio tra le più soggette a smarrimento od a deterioramenti, come: copiglie, nastri com- pleti, molle a spirale antagoniste e cappel- letti per la pastiglia fumogena. Conservazione delle bombe. IT. Le bombe « S » da esercitazione, dispo- ste nelle apposite casse, devono essere con- servate in locali asciutti ed arieggiati. Le casse possono essere riunite in cataste intervallate tra loro, e non mai a diretto contatto col suolo o con le pareti del locale. Trattandosi di bombe che contengono materie incendiarie, esse non potranno essere conservate nelle ordinarie polveriere ove siano custodite munizioni da guerra, ma in locali separati e possibilmente isolati.
TAVOLA in. — Istruzione sulla bomba a mano « S. » da esercitazione.
23 ISTRUZIONE SULLA BOMBA A MANO « S » TIPO INERTE. 1. La bomba a mano « S » del tipo inerte richiede, dal lanciatore, i medesimi « atti di impiego » della corrispondente bomba da guerra e serve ad esercitare il soldato ne] lancio della bomba e nel maneggio degli organi di sicurezza all’atto del lancio. Descrizione e nomenclatura. La bomba « S » inerte, è completamente innocua, giacché essa non contiene sostanze esplosive, nè gli organi per il funzionamento. 3. Come aspetto esteriore, e come peso, la bomba inerte è quasi identica alla bomba « S » da guerra. È costituita da: un involucro esterno, formato da due calotte (A-B), chiuse a scatola, e fra loro saldate, le quali sono rafforzate, all’interno, da due altre calotte (Ai ), saldate alle precedenti ; gli organi di sicurezza sono rappre- sentati dalla forcella di sicurezza (L), col
— 24 — suo nastro (M) provvisto di placchetta di piombo (N), con un prolungamento ripiegato a gancio (0), e tenuta a sito dalla copiglia (P), munita dell’anello. Nella sua posizione normale, la forcella ha il nastro avvolto completamente intorno alla bomba, con la placchetta fissata, mediante la piegatura del suo prolungamento, sulla copiglia, in modo da impedire alla forcella di sfilarsi. I due bracci della copiglia sono leggermente divaricati alle estremità in modo che questa non possa sfilarsi senza l’azione volontaria del lanciatore. Differenze tra la bomba » S » inerte e quella analoga da guerra. 4. La bomba « S » inerte differisce dalla bomba « S » da guerra per la mancanza di sostanze esplosive, e di tutti gli organi interni. Ne differisce anche per il sistema di fissaggio delle due calotte dell’involucro, le quali, nella bomba inerte sono assicurate con saldature, anziché, come nella bomba da guerra, con avvitatura. Inoltre, la bomba inerte ha la fascia di chiusura colorata in bianco. Perciò, all’aspetto esterno, la bomba inerte, si distingue dalla bomba da guerra dalla man- canza dell’avvitatura delle due calotte e dalla fascia verniciata in bianco. Funzionamento. 5. Il funzionamento della bomba inerte è limitato ai soli organi di sicurezza. Quando il lanciatore, estratta la copiglia,
— 25 — avrà lanciata la bomba, il nastro, per il peso della placchetta, e per la resistenza dell’aria, si svolge ed estrae la forcella, la quale cade col nastro ad otto o dieci metri dal lanciatore. Norme per il lancio. 6. Immediatamente prima del lancio, e solo allora, si sfila la copiglia. Per fare ciò, tenendo la bomba nella mano destra, in modo d’appoggiare stabilmente sulla placchetta di piombo, si sfila la copi- glia, tirando, con leggero sforzo, a mezzo del dito indice della mano sinistra, l’anello della copiglia stessa. Per il lancio, sempre premendo sulla plac- chetta in modo da impedire al nastro d’allon- tanarsi, si scaglia la bomba sul bersaglio. Secondo la forza e l’abilità del lanciatore, la bomba può cadere a distanze variabili dai 20 ai 3o metri. La bomba può essere impugnata, per il lancio, in qualsiasi posizione, con la mano destra o con la sinistra, purché si abbia l’av- vertenza d’im pedire alla placchetta di piombo di muoversi, tenendola ferma, con la pres- sione della mano, contro l’involucro della bomba. Impiego tecnico. T. Mostrare la bomba inerte, e far notare come essa, per struttura e per l’assenza di sostanze esplosive, differisca dalla bomba analoga da guerra.
— 26 — Far notare come essa, pur essendo, per l’aspetto esterno e per peso, eguale alla bomba da guerra, si distingua da essa per avere la fascia bianca nella zona di chiusura delle due calotte, e per l’assenza di avvitature delle calotte stesse. 8. Insegnare Je operazioni che si devono compiere prima di lanciarla, e cioè: impugnare la bomba con la mano destra, in modo da appoggiare stabilmente sulla placchetta di piombo, e da impedire, in tal modo, al nastro di allentarsi; introdurre l’indice della mano sinistra nell’anello, e stilare, con leggero sforzo, la copiglia. Avvertire che questa operazione dovrà essere compiuta soltanto ed immedia- tamente prima del lancio] spiegare, infine, che non si deve ces- sare di premere sulla placchetta se non all’atto di eseguire il lancio, giacche, se la pressione venisse tolta prima, il nastro potrebbe svolgersi e sfilare la forcella prima che la bomba sia lanciata: tutto ciò farlo notare bene, affinchè il soldato ricordi che se egli non si attenesse a questa norma, quando lancierà, a suo tempo, la bomba da guerra, questa potrebbe presentare pericolo di scoppio. Norme per il ricupero e per la riutilizzazione delle bombe. 9. Ricuperate, dopo il lancio, le varie parti della bomba, questa viene ricostituita nel modo seguente:
— 27 — 1° Si infila la forcella di sicurezza nel- l’apposita finestra dell’involucro. 2° Si avvolge il nastro attorno alla bomba, in modo da coprire la forcella. 3° Si introduce la copiglia negli appo- siti fori, divaricando leggermente le estre- mità dei due bracci della copiglia, in modo che, questa, non possa sfilarsi senza la volontà del lanciatore. 4° Si ripiega, infine, attorno alla copi- glia il prolungamento della placchetta di piombo. Così ricomposta, la bomba può essere nuovamente lanciata, per ripetere gli eser- cizi, sino a che il soldato risulti sufficiente- mente addestrato nel maneggio degli organi di sicurezza e nel lancio. 10. La bomba inerte può essere riutiliz- zata per un centinaio circa di lanci. Il nastro, però, potrà avere minore durata. È necessario, quindi, che ciascun reparto abbia un congruo numero di nastri completi e di copiglie, per le eventuali sostituzioni di tali parti deteriorate o perdute durante gli esercizi di lancio. 11. Le bombe « S » inerti sono imballate in casse di legno, simili a quelle che con- tengono le bombe da guerra; su tali casse però, è incollato un cartello con la dicitura: Bomba «S » inerte. Le casse devono essere conservate in locali asciutti, per evitare che le bombe abbiano a deteriorarsi per l’azione della ruggine.
TAVOLA IV. — Istruzione sulla bomba a mano «S. » tipo inerte.
stabilimento poligrafico per L’AMMINISTRAZIONE DELLO STATO - G. C. - ROMA, 1928 - A. Vii